COSTELLAZIONI FAMILIARI: GLI ORDINI DELL’AIUTO
SCOPO DELLE COSTELLAZIONI FAMILIARI E’ RIPORTARE TUTTO NEL GIUSTO ORDINE, IN QUESTO ARTICOLO PARLIAMO DEGLI ORDINI DELL’AIUTO…
La prima domanda da porsi è la seguente: chi aiuta chi?
Infatti, aiutare l’altro è un predisporsi verso se stessi accettando che aiutando chi ci sta di fronte stiamo aiutando anche noi e stiamo assecondando il naturale essere dell’uomo che è portato a ‘condividere’, nel momento in cui non lo fa diventa solitario e arido. Possiamo inoltre affermare che quando vogliamo aiutare cerchiamo qualcosa di simile e di non risolto dentro di noi da guardare e da curare. Infine, cerchiamo di compensare quello che abbiamo ricevuto a nostra volta.
Molte volte aiutare una persona non è prendersi cura di lei e delle sue necessità ma è consentire a questa persona di vedere le cose che gli servono e che deve mettere in ordine nella sua vita.
Per Bert Hellinger il vero lavoro del counselor è consentire alla persona di prendere atto dello stato delle cose e lavorare su queste cose che impediscono la sua felicità.
Un altro grande errore che fanno gli psicoterapeuti secondo Bert Hellinger è quello di sostituirsi come un contenitori ai genitori del cliente creando un nuovo modello. E’ invece importante il mettersi in condizione di ascoltare le istanze del cliente e permettere a lui di vedere come e dove evolvere attraverso le istanze principali.
Quindi non bisogna diventare il referente del cliente ma la persona che guarda la realtà con approccio fenomenologico e guardare la realtà insieme al cliente che sicuramente, anche se sta male, ha una visione più realistica rispetto a quella che noi abbiamo.
Quindi è fondamentale mettersi sempre in una posizione di osservazione.
Aiutare è un arte e come tutte le arti si può imparare ma è necessario immedesimarsi in chi cerca aiuto.
Tutti noi abbiamo bisogno dell’aiuto degli altri ma anche di aiutare per compensare con gratitudine tutto quello che abbiamo ricevuto dai nostri genitori, dai nostri amici, dal nostro psicoterapeuta.
Possiamo crescere ed evolvere solo nel reciproco aiuto ma dando e ricevendo solo quello che realmente ci serve.
L’aiuto è un aiuto reciproco regolato da un bisogno di compensazione che se ben regolato ci porta ad aiutare.
Può aiutare chi ha ricevuto ed ha accettato quello di cui aveva bisogno.
Il primo bisogno di aiuto che dobbiamo accettare e ricevere è da parte di nostra madre e di nostro padre, con cui saremo sempre in debito e fin quando non saremo grati del dono che la vita attraverso di loro ha fatto a noi, il nostro atteggiamento sarà sempre arrogante e presuntuoso.
Primo Ordine dell’aiuto: si può dare solo quello che si possiede ed aspettarsi ed accettare solo quello di cui si ha realmente bisogno.
Quando vogliamo dare ciò che noi non abbiamo ricevuto, prendere ciò di cui non abbiamo davvero bisogno o quando ci aspettiamo qualcosa che l’altro non è in grado di dare ci ritroviamo in un disordine dell’aiutare. Dare e prendere hanno dei limiti. Riconoscere tali limiti e rispettarli fa parte dell’arte dell’aiutare.
Secondo Ordine dell’Aiuto: per aiutare è necessario tenere conto delle circostanze e sottomettersi ad esse, intervenendo nella misura in cui queste lo consentono.
L’aiuto serve da una parte alla sopravvivenza e dall’altra allo sviluppo e alla crescita a loro volta collegati a determinati sviluppi interiori ed esteriori. E’ quindi importante nel momento dell’aiuto tenere presenti le circostanze ambientali (familiari, lavorative, amicali) in cui il cliente vive e le condizioni esterne predefinite che non possono essere modificate (ad esempio una malattia ereditaria, le conseguenze di eventi o di una colpa altrui). Se l’aiuto non considera tutto questo è destinato a fallire. A volte il Costellatore non essendo lui stesso in grado di sopportare o accettare un determinato destino cerca di cambiarlo anche se non è il cliente a chiederlo e la conseguenza è l’indebolimento del Costellatore stesso e del cliente.
Terzo Ordine dell’Aiuto: chi aiuta si pone da adulto di fronte ad un adulto che cerca aiuto e respinge i tentativi di quest’ultimo di relegarlo nel ruolo del genitore.
Il disordine dell’aiutare consiste nel permettere a un adulto di avanzare pretese nei confronti del costellatore come quelle di un figlio verso i genitori e quando il facilitatore tratta il cliente come un bambino e gli sottrae qualcosa che può e deve sopportare da solo. Transfert e controtransfert impediscono una relazione di aiuto tra persone adulte. Il costellatore deve anzi far vedere al cliente il rapporto con i genitori e aiutarlo nel processo di autonomizzazione.
È proprio l’accettazione del terzo ordine dell’aiutare che maggiormente differenzia il metodo delle costellazioni familiari e il lavoro con i movimenti dell’anima dalla psicoterapia tradizionale.
Quarto Ordine dell’Aiuto: aiuto tutti con Amore e mi pongo al servizio della riconciliazione.
Il costellatore percepisce veramente colui che ha bisogno di aiuto solo nel momento in cui lo vede insieme ai genitori e agli antenati e magari anche con il partner e i figli. In questo modo si rende conto di chi all’interno della famiglia ha bisogno del suo rispetto e del suo aiuto e a chi il cliente deve rivolgersi per comprendere quali passi deve compiere. Chi invece cerca una soluzione in modo adulto percepisce il metodo sistemico come una liberazione e forza. Essere al servizio della riconciliazione vuol dire compiere dapprima nel proprio cuore la riconciliazione. Il disordine consiste nel non tenere in considerazione e non rispettare altre persone importanti che hanno in mano la chiave della soluzione ed in genere questo accade perché il costellatore è caduto vittima del giudizio nei confronti degli altri. Chi aiuta veramente non giudica.